I tonni, migrazioni e anatomia

Il primo studio sui tonni è la proposta di metodologie di ricerca su questa specie (sia studi sulla loro biologia che indagini sui sistemi di pesca), presentata da Massimo Sella nel 1912 al Comitato Talassografico Italiano, con l’obiettivo di poter "estendere la pesca del tonno a tutti i mesi dell’anno". Massimo ha solo 26 anni.

Le ricerche sui tonni riprenderanno a Rovigno dal 1924.
Massimo fa ricerche sulle forme degli ami utilizzati dai pescatori nelle diverse aree del Mediterraneo, che spesso rimangono negli stomaci dei tonni, trovando così il modo di ricostruire le rotte migratorie di questi pesci. Il tonno entra nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra, tra l’inverno e la primavera, e segue le coste africane (Marocco, Algeria, Libia); l’estate il tonno scompare, migra nell’Atlantico, in cerca di cibo più abbondante.

Nei suoi studi Massimo approfondisce le leggi che regolano il rapporto preda-predatore ed evidenzia che la presenza del Tonno rosso, sia nel Mediterraneo che nell’Atlantico, è caratterizzata da periodiche fluttuazioni, informazioni molto utili per l’industria della pesca. Scopre che i tonni raggiungono l’età matura dopo tre-quattro anni, esaminando gli anelli concentrici di calcificazione nelle loro vertebre. Dopo la guerra, nel 1949, Massimo partecipa alle Conferenze Internazionali sul Tonno a Tunisi e a Malaga per la creazione di una commissione internazionale del tonno.

Recentemente (2007-2012) sono stati fatti numerosi studi sul tonno rosso a partire dalla collezione dei resti biologici raccolti e studiati da Massimo.
Il materiale, dopo la sua morte, era stato consegnato dalla famiglia al professor Andrea Scaccini ed è conservato nel Laboratorio di Biologia Marina e Pesca di Fano (Università di Bologna).

Il professor Fausto Tinti, dell’Università di Bologna, insieme ad altri ricercatori, ha eseguito analisi scientifiche utilizzando moderne tecniche di biologia molecolare. Gli studi di biologia effettuati negli ultimi anni e i dati della pesca indicavano un trend di riduzione nel numero di individui di tonno rosso, che faceva temere una prossima estinzione della specie.
Le analisi sul DNA ricavato dai campioni di Massimo hanno, invece, provato che questa specie è geneticamente stabile e che quindi, anche se ridotta di numero, non corre, per ora, rischio di estinzione.




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