Page 8 - Biografia completa Massimo Sella
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ta. Infine era sua cura la manutenzione e l’opera di conosciuto Alfonso, e poi Grassi, solo che adesso era
trasformazione del grande bel giardino retrostante: lui il maestro, un maestro umile, che non cercava
orto botanico e insieme giardino romantico con la gloria ma dialogo. A Rovigno questo incontro di voci
sua chiesetta antica di pietra bianca, luogo di (con) ebbe il suo periodo d’oro, e non penso sia idealiz-
vasche esterne per i pesci, spazi definiti per spe- zazione. Trascinò altri in questo rapporto, il cugino
cie vegetali diverse e una grande gabbia per ospi- Ettore Bora che venne a lavorare con lui e morì a Ro-
tare occasionalmente animali terrestri di passaggio, vigno, un altro cugino, Ernesto Sella -ed entrambi
persino serpenti. Forse il luogo per eccellenza dove gli erano carissimi- che tanto apprezzò il luogo da
poteva compiersi l’attuazione di quell’accostamento desiderare di stabilirsi nella bella isola di Santa Ca-
di stati d’animo diversi, scientifici e non, all’insegna terina, di fronte alla città, per occuparsi della pesca
del bello, dell’armonia e dell’ordine. a lui molto cara (da lui prediletta?) e collaborare in
qualche maniera con il cugino. I frequenti ospiti, da
Biella e da Roma, venivano introdotti alla città e alle
campagne e paesi dell’interno, anche in questo pro-
ponendo (instaurando) un rapporto di influenza e
apprezzamento della cultura del luogo.
Mi sono dilungata in altra sede a descrivere i det-
tagli di questa convivenza che si articolava attorno
al mondo dell’Acquario, della vita sociale della fa-
miglia intera con la partecipazione intensa alla vita
della comunità rovignese da parte di Edvige, che
ebbe persino un ruolo come presidente della Croce
Rossa, ma che soprattutto contrasse amicizie inti-
me con Anna Vianelli, Natalia Jerini e Antonia Rocco;
e particolarmente dei due figli che vi trovarono un
ambiente congeniale. In esso “crebbero” e ne furono
in parte modellati, parlandone con grande piacere il
dialetto che avevano appreso attraverso le loro ami-
cizie: Gianni Curto, Nino Inchiostri, Norina Fabretto
e molti altri; i pochi nomi ricordati fra tanti servono
solo a punteggiare di realtà vissuta questa storia di
un tempo che fu troppo breve.
Sempre i suoi figli Alfonso e Luca si illuminavano
quando il discorso cadeva sugli anni di Rovigno, colsi
io stessa questo guizzo di luce sui loro volti. Sembra
Sella nel suo ufficio presso l’Istituto di Biologia Marina parziale e insufficiente fare alcuni nomi di persone
a Rovigno d’Istria, 1925 di qualità di cui ho io stessa il ricordo: Enoch Zadro,
l’eminente direttore dell’Ospizio marino, l’avvocato
A queste bisogna aggiungere altre considerazioni Marincovich, Giovanni Biondi, la baronessa Barbe-
e dire che se Roma era stato un momento della vita lies von Hutterott; e, ci fosse spazio per tutti, i cari
della famiglia in cui si era cominciato a vedere come ricordi e nomi legati all’Acquario: dall’indispensa-
questa sapesse integrarsi in una nuova cultura per bile Cristoforo Rismondo a Toni “Vecio” Bernardis
dare e ricevere affetto e sincero interesse, Rovigno, (“Sata”), il nocchiero della barca San Marco e del
il ventennio di Rovigno, fu certamente il momen- motoscafo Beroe, la flottiglia dell’Istituto, a Gregorio
to più vero di questo particolare modo di porsi di marinaio, a Piero Deiuri palombaro e subacqueo in
fronte al nuovo, attraverso un processo di scambio apnea. No, non è possibile, ma vorrei ricordare an-
reciproco, una sorta di osmosi. Fino alla fine del- cora alcuni scienziati quali Gustav Kramer, Wilhelm
le loro vite, non solo Massimo, ma anche i suoi figli, Numann, Victor Crizaneck, Carmela Manunta e Ari-
mantennero vivissimo il ricordo, e il rimpianto, per stocle Vatova. E i direttori germanici, Adolf Steuer
il tempo di Rovigno. Penso che questa capacità di prima e Joachim Hämmerling successivamente.
interagire sia stato frutto di un atteggiamento aper- Riprendendo il tema dell’incontro di culture, vor-
to e interessato al mondo che permeava la cultura rei ricordare il grande rapporto innovatore fra Mas-
familiare di Massimo, ma non solo: era lui stesso che simo e il direttore della banda municipale di allora, il
sapeva riconoscere gli interlocutori con cui era pos- maestro Carlo Fabretto, che fu un esempio di questa
sibile un confronto di voci affini, così come aveva ri- integrazione: i due “maestri” progettarono e mise-