Page 10 - Biografia completa Massimo Sella
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linguaggio poetico dell’intuizione. Si dedicò poi alla il campanile veneziano svettante in cima al “monte”,
raccolta (salvaguardia) delle parole in via di estin- come veniva chiamato dai rovignesi, l’interesse per
zione nella stessa valle di Edvige recandosi nei vari le varie attività del luogo, la pesca, gli abitanti nel-
paesi e raccogliendole metodicamente dalle vecchie le strade, soprattutto i bambini e le donne vecchie
persone (dagli anziani). indossanti lo scialle nero veneziano, il traffico della
E a queste vanno aggiunte alcune attività come la bauxite: nacque così, per fissarne e comunicarne la
rappresentanza italiana per la nuova delimitazione bellezza, il fotografo completo che sviluppava le im-
delle acque territoriali fra Jugoslavia e Italia, alcuni magini in camera oscura. Non poteva non collegarsi
contributi per i problemi delle acque a Venezia, la a tutto questo l’insieme dell’Acquario come istitu-
coltura delle trote nei torrenti delle valli biellesi, per zione e come organismo da far crescere, compito al
non dire della sua battaglia, perduta, di far rinascere servizio della scienza.
l’Istituto a Venezia. La partenza amara l’ha risospinto verso la casa
Viaggiava fra Venezia, Biella e Quittengo, spo- natia e, dopo avere attraversato molta sofferenza,
standosi fra le case dei tre figli, come una volta ave- sembra sia sopravvissuto spiritualmente in una ot-
va viaggiato fra Roma, Scandinavia, Svizzera, Spa- tava più alta di quello stesso tema cui ho accenna-
gna, Nord Africa poi Rovigno, Germania, Jugoslavia. to sopra, la ricerca come conoscenza, e la scrittura
Viaggiava ora con una sua valigia logora che insisteva come conoscenza e ricerca, adesso volta ai suoi luo-
a non voler abbandonare, con cui portava agli uni e ghi e infine verso sé stesso, soggetto e oggetto allo
agli altri oggetti che gli parevano belli e apprezzabili, stesso tempo.
e cibi, come sempre aveva fatto durante tutti i venti
anni del soggiorno a Rovigno, quando inviava a Biel-
la, alla madre e alle sorelle, frutta tipica dell’Istria,
fichi, mandorle, albicocche, ma sopratutto pesci,
pesci e ostriche di Leme. E desta grande meraviglia
l’evidenza di un rapido funzionamento dei traspor-
ti e delle poste, come testimoniano le migliaia, dico
migliaia, di lettere scambiate durante tutti questi
anni di esilio volontario e vagabondo dalla sua città
natale, con cui non si spezzò mai il contatto e che
egli amò profondamente: “il mio bel San Gerolamo”,
ebbe a dire e a scrivere. Perché egli conservò sem-
pre la sua identità originaria.
Epilogo
Ho cercato un filo conduttore lungo l’arco di questa
vita e mi sembra di averlo riconosciuto in un ele-
mento che nonostante la molteplicità degli interessi
e le conseguenti attività scienza, ricerche, musica,
fotografia, scrittura, glottologia poggia sul ritmo di
uno stesso tema: l’ansia di conoscenza come movi-
mento interiore, trovando in questo cura e diletto.
La scienza l’ha portato dopo un lungo periodo di Massimo Sella fotografato a Biella,
studi ed esperimenti di specifica biologia marina primi anni cinquanta
verso la ricerca sul campo, le campagne antimala-
riche nelle Paludi pontine, in Spagna a Talayuela, e Fu la musica, sempre, e la sua percezione interio-
infine nella campagna istriana; da questa, resa attiva re, a offrirgli lo specchio del mondo il motivo della
e viva attraverso il contatto con i contadini che pure sua melodia, unendo arte e pensiero. Come il suono
curava, il rapporto con le persone stesse, con i loro continuato di quel flauto di legno peruviano -non
animali e il loro paesaggio. era di legno anche il flauto del dio Pan?- la sua vita è
Contemporaneamente a Rovigno, cresceva in lui stata una continua ritmica ricerca, un continuo an-
un interesse vivo, quasi un innamoramento come dare avanti. La sua musica non può essere riprodot-
ebbe a dire, per la bella cittadina con la sua struttura ta, le fotografie rimangono e raccontano. Pur entro
architettonica e la parte medievale culminante con una famiglia amorevole e scambi affettuosi, fu inti-