Page 3 - Biografia completa Massimo Sella
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“[…]  non  fotografie,  ma  stati  d’animo.  Fotografare
        l’Invisibile, questa la mia ambizione di fotografo”.
           Così le immagini ci permettono di cogliere, oltre
        al soggetto stesso, tratti della sua persona e della sua
        visione del mondo, un mondo di vita interiore, tra-
        scendente, una personalità di alta capacità simboli-
        ca nel cogliere il senso della realtà, qualunque real-
        tà. Cioè la capacità cognitiva dell’arte. Alcune parole
        che scrisse sulla musica rivelano un’assonanza che
        desta meraviglia ma non stupore per l’affinità con
        quanto disse (espresso) per la fotografia. In una let-
        tera affermò: “La musica è veramente il linguaggio
        dello spirito, esprime i nostri sentimenti più im-
        materiali, interiori, che stanno quasi al confine fra i
        sensi e di qualche cosa al di là in una sfera spiritua-
        le”. Ritorna il tema dell’Invisibile da cogliere dietro
        il Visibile: il significato più profondo sotto il “segno”,
        immagine o suono.
           Invocare una chiave di lettura come in uno spar-
        tito musicale potrebbe sembrare fuori posto, ma si
        adatta particolarmente bene a Massimo Sella: egli fu
        “musicale” dalla più tenera infanzia, e con questo io
        vorrei indicare non solo il fatto che egli come va-
















                                                                                         Ritratto giovanile dell’autore

                                                              somiglianti ma mai uguali, proprio come nell’arte
                                                              della fuga. La musica “chiama” un tema, e con que-
                                                              sto un moto dello spirito nel senso di un’evocazione
                                                              interiore, di uno stato d’animo, e lo va riproponendo
                                                              di sequenza in sequenza. Questo Massimo perseguì,
                                                              non solo attraverso  l’esecuzione pianistica stessa,
                                                              ma  anche  attraverso  la  fotografia.  Non  solo  docu-
                                                              menti per informare, che già è grande attività uma-
                                                              na, ma immagini per raccontare e rappresentare e
                                                              incontrare la capacità immaginativa di chi osserva.
                                                                 Questo  tratto musicale modulante egli infuse,
                                                              penso, in tutte le sue attività, certamente nella scrit-
                                                              tura, ma persino nelle attività scientifiche di ricerca.
                        Il chiostro del convento di San Gerolamo  Egli separava con rigore il momento sperimentale
                                   casa natale di Massimo Sella  e  logico, ma parallelamente accostava, senza con-
                                                              fondere i rispettivi ambiti, gli elementi della vita in
        lente pianista praticò l’arte della musica per tutta la   cui le ricerche erano immerse; per lo meno nelle
        vita, ma che fra le arti la musica è la più simbolica, la   ricerche sul campo come le campagne antimalari-
        più distaccata dalla concretezza delle cose e capace   che, o sulle migrazioni delle anguille e il loro per-
        di presiedere, di modulare immagini e parole, se-     corso sotterraneo nei fiumi carsici. Fu certamente
        condo i suoi ritmi profondi, i suoi ritorni tematici,   in concomitanza con queste attività al servizio della
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